“Vista San Luca” per il Colli Bolognesi Pignoletto docg frizzante, “Villa Virginia” per il Colli Bolognesi Pignoletto docg Superiore Classico:
da fine agosto 2025 ai nostri due vini più territoriali aggiungiamo un nuovo appellativo.
Ma non cambia nulla, né nella grafica delle etichette, né nel contenuto delle bottiglie. Semplicemente, ne rafforziamo l’identità e sottolineiamo lo stretto legame con il luogo geografico e culturale da cui provengono le nostre uve Pignoletto.
“Vista San Luca”, perché? Beh, poche immagini sono autenticamente bolognesi quanto quella del Colle della Guardia sormontato dalla Basilica di San Luca. Quando vedi San Luca, sei a casa, a Bologna. San Luca è casa. Amiamo San Luca, ci piace vederla per tutto il giorno, mentre siamo in vigna, mentre lavoriamo col trattore, o mentre raccontiamo della nostra città e dei nostri vini a ospiti da tutto il mondo in visita. E dalla collina di “Bella Vista” (il toponimo storico della nostra azienda) dove coltiviamo il Pignoletto per il vino frizzante, San Luca è sempre lì, di fronte: sembra di toccarla.
“Villa Virginia”, perché? Le uve Pignoletto per il Superiore Classico vengono da una sorta di ‘cru’, un vigneto in posizione straordinariamente dominante, un plateau-anfiteatro vitato affacciato sulla pianura, con l’Abbazia di Zola Predosa e Palazzo Albergati in vista, e costeggiato da una fascia boschiva di pregio (Ah. San Luca si vede anche da lì!). Immediatamente sopra il vigneto di Pignoletto, svetta Villa Virginia. Questa dimora dei primi dell’800, oggi all’interno della nostra azienda, ha una lunga storia e affascinanti stratificazioni architettoniche. Circondata da un parco, ancora oggi caratterizzato da alberi secolari e arbusti di pregio, venne eretta e abitata dal botanico Antonio Bertoloni, che poi nella seconda metà dell’ottocento qui lavorò alla sua monumentale opera di catalogazione della flora italiana denominata “Flora Italica” (che ci ha a sua volta ispirato il nome per la nostra Barbera). Successivamente, sopravvissuta a danneggiamenti dovuti alla seconda guerra mondiale, è stata abitata fino a pochi anni fa d’estate da discendenti della famiglia Bertoloni-Marcovigi; e infine acquisita dalla società agricola Manaresi Podere Bella Vista nel 2020.
